Dea Persefone, Fanciulla e Regina degli Inferi..
Persefone, detta anche Persefatta/Persefassa e Kore o
Core figlia di Zeus e Demetra, per l’antica Grecia l’arrivo della primavera era
connesso al mito del ritorno di Persephone dal regno notturno, dove era regina.
la
mitologia narra, che la giovane era una fanciulla
spensierata, molto amata dalla madre, che era solita proteggere la figlia da
esperienze che presentassero anche una minima possibilità di rischio, mentre raccoglieva fiori nel giardino fu attratta da un fiore unico, di colore nero, un
narciso. Ella fu presa da così tanta invidia per la bellezza di quel fiore che
volle raccoglierlo per farla sua. In quel preciso istante però, la terra si
spaccò in due, e dal buio apparve Ade, il dio degli Inferi, sopra una carrozza
trainata da neri cavalli, il quale la rapì, per sempre facendola sua sposa.
Kore fu così costretta a separarsi dalla madre e a fare esperienza della
solitudine, della morte e della sofferenza. Tutto questo dolore farà della
fanciulla inconsapevole la Regina degli inferi. La giovane, invano, chiese aiuto al padre Zeus, la madre Demetra
ormai straziata dal dolore chiese aiuto ad Ermes pregandolo che fosse loro restituita.
Ermes si recò negli inferi, riuscì a convincere Ade
di liberare Persefone, ma ella, prima della liberazione cadde
in una trappola, rifiutandosi di
mangiare ogni altra cosa, accettò di mangiare 4
chicchi di Melograno senza sapere che mangiare i frutti degli inferi comportasse
il rimanerne prigionieri per l’eternità, quindi, tornò
solo apparentemente alla vita di sempre: un terzo dell’anno 4 mesi
corrispondenti al numero di chicchi mangiati lo avrebbe trascorso nuovamente
tra le braccia del marito Ade e regina degli
Inferi e regina dell’oltretomba, negli
altri sei mesi Primavera ed Estate ella andava sulla Terra da sua madre Demetra, facendo rifiorire la terra al suo passaggio. E ogni anno, la dea va e viene dal
mondo di sotto al mondo di sopra, generando così il cambio delle stagioni.( Questa
versione mitologica ha molte versioni differenti, Persefone non avrebbe mangiato i 4
chicchi perché ingannata, ma in modo consapevole e consenziente, perché ormai
innamorata di Ade).
Persefone al suo ritorno,
mentì alla madre Demetra raccontando di essere stata costretta a mangiare i
chicchi di melograno. Il rapporto con
la madre era remissivo e allo stesso tempo indulgente, non osava mai esprimere un aperto dissenso o contrasto,
adottando semmai la via della manipolazione e della bugia. Persefone
era raffigurata come una giovane e bella
Dea dal capo adornato di edera, che tiene in mano dei covoni di grano,
nell’altra una torcia fiammeggiante, nella maggior parte dei casi viene interpretata
come il simbolo dell’equilibrio tra luce e ombra.
Omero citava “Io sono Kore: la giovinezza,
l’innocenza, la leggerezza.
Sono la Dea
del Fiore, una stagione nella natura e nella vita di ogni donna.
Io ho conosciuto l’oscurità dell’Ade, ho assaggiato i chicchi della melagrana
ritrovando così il mio nome: Persefone, la Terribile,
Silenziosa Signora del Regno dei Morti.
Solo dopo aver varcato la soglia del buio,
traversato il mondo delle ombre, posso risalire alla luce
tenendo fra le mani la sacra melagrana,
simbolo dell’eterno ritorno"
Io ho conosciuto l’oscurità dell’Ade, ho assaggiato i chicchi della melagrana
ritrovando così il mio nome: Persefone, la Terribile,
Silenziosa Signora del Regno dei Morti.
Solo dopo aver varcato la soglia del buio,
traversato il mondo delle ombre, posso risalire alla luce
tenendo fra le mani la sacra melagrana,
simbolo dell’eterno ritorno"
E ancora….
“Persefone
era venerata in due modi: come fanciulla, o Kore (che significa giovinetta,bocciolo
la fanciulla senza nome) e come regina degli Inferi. Persefone o Kore
è una giovane e bellissima dea associata ai simboli della fertilità: il
melograno, i cereali, il fiore narciso; come regina degli Inferi, Persefone è una
donna matura, che regna sulle anime dei morti, è guida dei viventi agli Inferi
e pretende per sé ciò che vuole”
Persefone è l’archetipo femminile, caratterizza fortemente dalla
personalità di una donna, che fin da piccola tendeva a dimostrarsi la “brava bambina”, modellandosi sulle aspettative
degli altri, prima dai genitori infine dagli
uomini, rendendosi una donna capace di trarre
insegnamento e vigore dalle profondità della psiche e dai propri contenuti
inconsci, al tempo stesso l’energia della fanciulla eternamente capace di
affacciarsi al mondo guardando alle cose come ad un nuovo preludio.
Noi donne “sovrane
di questo mondo” ci possiamo considerare tutte “piccole Persefone” già ci
identifichiamo durante la giovinezza, incerte con
opulenti risorse attendiamo che qualcosa o qualcuno ci dia forma forgiando la
nostra vita, prima di attraccare ad un accrescimento differente come potrebbe
essere la scelta di una carriera, il matrimonio, la maternità.
La
Persefone che è in noi è la Dea fanciulla di vitalità con un appropriato
potenziale per una nuova crescita, la calma, la ricettività, la timidezza, l’arrendevolezza, l’immobilità. Quando questa
crescita non avviene, la donna-fanciulla rimane vittima del modello,un archetipo di ispirazione mitologica, astratta. Questo si riflette nelle eterne studentesse, quelle
donne che orbitano attorno alla famiglia, agli amici di sempre piuttosto che
perseguire una professione, alcune passano da un lavoro all’altro da
un’aspettativa all’altra, che uno dei tanti ideali di vita che possa
interessare loro davvero,faticheranno per tutta la vita a prendere decisioni,
altre si lasciandisi scegliere da un uomo qualunque.
La Persefone moderna ed egocentrica ricorre alla
chirurgia plastica, indossa abiti succinti per conservare l’illusione
dell’eterna giovinezza, la realtà invece, è un’evoluzione differente, la donna
invecchia quindi spesso rischia di cadere sull’orlo della depressione. A questo punto la donna Persefone è costretta ad
affrontare la vita con le proprie forze se necessario raschiando il fondo del
baratro, in questo modo emergerà la regina degli Inferi che pretenderà per sé
ciò che vorrà.
Donne Persefone, armoniose o terrificanti, non
importa a quale età, è necessario affrontare con determinazione il nostro “io”
interiore, consapevoli, ogni volta che “Mangiamo i semi di melograno nel regno
degli Inferi” determiniamo il nostro destino. Non importa quale sarà la
nostra meta, importa la gentilezza che abbiamo di mantenere con cura e
attenzione la donna-fanciulla che regna in ognuna di noi.
Elisa Parma
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