Il Trigger Point Miofasciale
Il
movimento nella vita è di importanza peculiare ed in tale attività il ruolo
principale è svolto dalla muscolatura.
Lo studio del dolore muscolare è molto radicato nel passato, il dolore è
di origine muscolare, sono in tal modo state utilizzate varie definizioni,
quelle che oggi vengono più comunemente riconosciute sono Dolore Miofasciale e
Trigger Point Miofasciali. Fu un medico, la Dott.ssa Janet Travell (1901-1997)
medico americano e reumatologa personale del presidente degli Stati Uniti
d'America John F. Kennedy, fu la prima a parlare di Trigger Point ad utilizzare
per prima il termine "Trigger Point Miofasciali" già nel 1942.
Nel 1960
Travell si dedicò, insieme al medico Dr. David G. Simons (1922-2010), allo studio dei
Trigger Point e della Sindrome Dolorosa Miofasciale. Nel 1983 Simons e Travell
pubblicarono il loro testo "Myofascial Pain and Dysfunction - The Trigger
Point Manual". Travell e Simons (i nomi più famosi in argomento di Trigger
points) descrivono 255 punti trigger, mentre gli agopunti comunemente accettati
sono 747.
Nello
specifico il trigger point ”...... molti ancora non ne
hanno mai sentito parlare anche se l'argomento è studiato da molto tempo, il trigger è un “nodo” che si interseca e
ristagna in una fibra muscolare. E’ costituito da un insieme di cellule
muscolari che si trovano in uno stato di estrema e costante contrazione, indicano una condizione dolorosa patologica
dei muscoli scheletrici.
Il
dolore viene provocato dall’accumulo di tossine,
prodotte dal metabolismo causato da un esercizio oppure da uno sforzo intenso e
di breve durata che nel loro insieme costituiscono il
processo infiammatorio, tra le cause più probabili di questa condizione un
sovraccarico muscolare o un "carico muscolare scorretto", irritando le
terminazioni nervose coinvolte, le fibre muscolari si accorciano e permangono in stato di contrazione, dando inizio a un micro
nucleo infiammatorio responsabile, appunto, del dolore. Uno
dei fattori molto ricorrenti delle sindromi miofasciali che viene spesso
sottovalutato e' l'insufficienza di alcune vitamine e di alcuni minerali.
Il trigger point assume, inoltre, una delle sue caratteristiche è la
condizione di aumentare la
sensibilità del dolore, quindi l’aumento della risposta dolorosa superficiale e profonda in
aree sia limitrofe che lontane dalla sua
sede. In una fibra muscolare (cellula muscolare) può
verificarsi la microlesione nella delicata rete dei filamenti che avvolge una ad
una le miofibrille (hanno il compito di trasportare ioni calcio), di conseguenza, può causare
un rilascio eccessivo di ioni calcio, molecola necessaria per attivare la
contrazione muscolare,all’interno delle fibre muscolari causandone così una
contrazione prolungata, ad esempio di una lesione o di un sovraccarico
muscolare, formando quello che definiamo un trigger point.
Come dicevamo, i trigger point mantengono in tensione e limitano il movimento del muscolo di appartenenza e possono essere classificati in attivi o latenti,
in entrambi i casi è presente rigidità e
debolezza nel muscolo interessato e si presentano dolenti alla palpazione. .
I trigger point attivi, provocano
dolore, non solo alla palpazione, il nodo si sente subito durante “l’ispezione”
della fascia muscolare interessata.
I trigger point latenti sono più comuni e
possono "rientrare" negli schemi di contrattura muscolare che definiscono
la postura della persona, la causa l’alterazione muscolo
colpito anche se pur indolore, può rimanere in questo stato silente per anni, con
il tempo poi uscirà allo scoperto a causa di traumi, da sovraccarico eccessivo,
da stiramento muscolare acuto, da squilibri posturali e da tante altre cause.
Inoltre Esistono diverse tipologie di Trigger Points, con
delle caratteristiche
proprie e diverse tra loro:
o I primari (o centrali)
sono quelli più classici, situati al centro del ventre muscolare e i genere
sono quelli che i pazienti riconoscono e riportano più facilmente
o I secondari (o
satelliti) si creano nei muscoli intorno a quello primario, che rimane il primo
da trattare
o I T.P. nei
punti di attacco sono quelli presenti nei punti tendinei
I T.P. diffusi interessano
un’intera parte del corpo e sono correlati a deformità posturali come la
scoliosi o l’iperlordosi
o I T.P. attivi,
primari o secondari evocano dolori riferiti e risultano dolenti alla palpazione
o I T.P. latenti
(o inattivi) infine non danno dolore riferito e non sono dolenti, ma provocano
rigidità muscolare e possono riattivarsi in seguito a stimolazioni
Le cause più frequenti di
lesioni, tensioni nei muscoli o uso eccessivo degli stessi, cattiva e
prolungata postura in piedi o da seduti, carenze alimentari (spesso mancanza
della vitamina B6,B12,B1), stress fisico, mentale o emotivo, mancata o
inappropriata riabilitazione dopo un infortunio o operazione chirurgica, una
condizione di stress prolungata, Iperstimolazione a livello neurologico, un’eccessiva
liberazione di ioni calcio, ipertensione (pressione alta), dolori lombari, sciatica e sindrome del piriforme, cervicalgia e dolori cervicali (trapezio,
sternocleidomastoideo, ecc), emicrania e mal di testa da cervicale, mal di testa cronico, epicondilite o
epitrocleite, problemi alle caviglie (continue distorsioni) o ai polsi, dolori
articolari o muscolari, diminuzione della forza, compensi funzionali durante i
movimenti sforzo fisico eccessivo e ripetuto nel tempo.
Il tessuto, nella zona del triggerpoint, si
presenta contratto con fibre attorcigliate ed annodate. In questa condizione
diminuisce l'afflusso di sangue fresco necessario alle cellule muscolari. Trigger point, sono punti di accentuata
sensibilità,chiamati anche “ punti grilletto”. Al tatto si trovano punti
induriti con una zona centrale che può essere molto dolorosa. Una
pressione fatta con un polpastrello scatena subito una sorta di benefico-dolore
irradiato che si propaga a distanza. Il paziente, generalmente, riconosce il
dolore evocato dalla pressione del Trigger point come un dolore familiare o
noto, come ad esempio:
- dolore acuto alla compressione e ben localizzato in un punto preciso
(la fascia muscolare contratta);
- limitazione della mobilità articolare quando viene allungato il
muscolo interessato;
- dolore intenso dallo stretching del muscolo;
- dolore dalla contrazione del muscolo interessato;
- spesso dolore riferito in altre zone specifiche per ogni muscolo
colpito. Le zone di dolore riferito possono essere anche molto distanti
dalla fonte primaria di dolore.
I trigger maggiormente si sviluppano nel quadrato dei lombi,
trapezio superiore, elevatore della scapola, infraspinato, medio e piccolo
gluteo, sternocledomastoideo, paraspinali, toracolombari. Possono tuttavia presentarsi
all'interno di qualunque fascia o muscolo del corpo. E’ possibile trattare i trigger point manualmente
durante un massaggio decontratturante, con la tecnica della coppettazione e ago
puntura. Spesso dopo un massaggio decontratturante viene consigliato una sauna
ad infrarossi un vero e proprio “bagno di sudore” di 25/30 minuti, gli
infrarossi sono terapeutici perché arrivano a lavorare all’interno della fascia
muscolare fino a 5 cm con la funzione di liberare dalle tossine e dai dolori
muscolo/articolari. Il t.p non è un’infiammazione quindi generalmente non va
curato con gli anti infiammatori, ma è
consigliato usare pomate specifiche per
dolori muscolari.
Lo Studio Olistico Mudra, propone il
trattamento Trigger Point, come tutti i trattamenti Ayurvedici e non, è rivolto
al benessere della persona. Non costituisce terapia medica, riabilitativa od
estetica. Attività in base alla Legge 14 Gennaio 2013, n.4 disposizione in
materia di professioni non organizzate.
Elisa Parma
Elisa Parma
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