Brahmacharya: castità tantrica e controllo dell’energia




Brahmacharya: teoria e pratica della continenza,  è purezza nel pensiero, nella parola e nelle azioni, è celibato e continenza, non comprende solo il controllo del sesso o dell'organo (indriya) della riproduzione, ma anche quello di tutti gli altri indriya.

Probabilmente l'immagine fissata in alto farà un po' ridere, ma in realtà in Oriente esiste un "voto" chiamato Brahmacarya cioè castità tantrica.
Spesso questo termine viene tradotto semplicemente come castitàcelibato o continenza, il che rende questo principio non particolarmente amato dai praticanti occidentali. 
Negli Yogasutra di Patanjali, Brahmacarya.  (Sanskrit: ब्रह्मचर्य brahmacarya n.) (o Brahmacharya) è il quarto degli Yamas, o regole etiche, acarya:
Letteralmente significa “vivere in Dio“, anche se spesso viene tradotto come il controllo degli impulsi sessuali.
Come accennato precedentemente, Brahmacharya è spesso associato all’astinenza sessuale. Questo perché, nell’India tradizionale, il brahmacarya rappresenta quella fase dell’esistenza che corrisponde all’apprendistato. Il sesso è una parte della vita, ma l’ossessione per il sesso è qualcosa che può ostacolare il progresso spirituale. L’energia di coloro che sono ossessionati dal sesso, è bassa e spesso crea vibrazioni opache, indebolisce la mente e toglie il vigore necessario ad impegnarsi nella vita. Solitamente un disturbo di questo tipo è correlato con Svadhisthana chakra fuori equilibrio e bisogna lavorare su questo centro se si vuole risolverlo.
Il discepolo vive in castità fino a quando rimane nella scuola del Maestro, e la sua vita sessuale comincerà solo da adulto, con l’assunzione del ruolo di capofamiglia.
Per gli asceti, il Brahmacarya rimane associato al significato di castità. Siccome nel cammino spirituale ogni energia dev’essere devota alla ricerca della Verità, l’asceta si astiene da ogni rapporto sessuale per non dissipare le sue energie all’esterno.
Al consumo eccessivo e compulsivo non corrisponderà  mai un senso di appagamento permanente, essendo che colmiamo il nostro vuoto con beni effimeri; al contrario seguirà un sentimento di frustrazione e inadeguatezza.
La ricerca ossessiva di  beni materiali porta squilibrio anche sul piano delle aspettative: quando vorremmo, ma non possiamo soddisfare questi bisogno indotti, ci sentiamo falliti, esclusi.
Il Brahmacarya ci invita quindi a consumare in modo consapevole, a evitare gli eccessi in tutti i campi della nostra vita, alla ricerca dell’equilibrio.
Il consumo consapevole avviene anche a livello energetico: dobbiamo imparare a conservare, proteggere la nostra energia, dedicando tempo quotidiano alla pratica dello Yoga, della meditazione, o di altri riti spirituali che ci connettono con l’energia divina e ci permettono di evolvere.



Inoltre bisogna imparare a usare la nostra energia in modo appropriato. Ovvero non dissiparla in azioni o pensieri inutili o addirittura dannosi per noi o per gli altri, ma usarla per delle cause sublimi e per il bene comune.

Elisa Parma

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